FIGURE PRESENTI

Sono tavoli e sedie, lumi, volti e tappeti con nomi di animali.

Anna Gili ha disegnato questa collezione e la ha chiamata FIGURE PRESENTI.

Sono figure che affermano la loro presenza esteriore ed interiore attraverso sagome ben visibili. Esse si pongono come pensieri che esprimono la responsabilità delle cose “ferme”. Si tratta di un approccio e di una testimonianza neoclassica, in questo tempo dove nel design scarseggiano il carisma e la dignità degli oggetti. Allora applicare nel progetto l’attenta ipotesi della classicità è un modo che non segue la corrente. Questo è il  caso, e anche l’atteggiamento e la presenza di Anna Gili, nella sua raffinata collezione (bianco e oro) studiata oggi per Post Design.

Oltre che eleganti, questi segni basici e sintetici portano alla mente dei simboli sciamanici, sono suscettibili anche di una interpretazione esoterica. Esprimono le immagini di figure e gesti latenti dentro di noi. Forme votate al bello, un bello panteistico dilatato e affidato alla lenta misura del tempo.

Quel tempo e spazio dove gli oggetti divengono “cose” e si omologano alla sacralità della natura, per proporre un arredo felice.

 

Alessandro Mendini 2007

FIGURE PRESENTI

Sono tavoli e sedie, lumi, volti e tappeti con nomi di animali.

Anna Gili ha disegnato questa collezione e la ha chiamata FIGURE PRESENTI.

Sono figure che affermano la loro presenza esteriore ed interiore attraverso sagome ben visibili. Esse si pongono come pensieri che esprimono la responsabilità delle cose “ferme”. Si tratta di un approccio e di una testimonianza neoclassica, in questo tempo dove nel design scarseggiano il carisma e la dignità degli oggetti. Allora applicare nel progetto l’attenta ipotesi della classicità è un modo che non segue la corrente. Questo è il  caso, e anche l’atteggiamento e la presenza di Anna Gili, nella sua raffinata collezione (bianco e oro) studiata oggi per Post Design.

Oltre che eleganti, questi segni basici e sintetici portano alla mente dei simboli sciamanici, sono suscettibili anche di una interpretazione esoterica. Esprimono le immagini di figure e gesti latenti dentro di noi. Forme votate al bello, un bello panteistico dilatato e affidato alla lenta misura del tempo.

Quel tempo e spazio dove gli oggetti divengono “cose” e si omologano alla sacralità della natura, per proporre un arredo felice.

 

Alessandro Mendini 2007