CHI DIVENTERÀ PAOLO PORTOGHESI.

La Nuova Arca dell’Alleanza tra Modernità e Storia

L’immensa figura di Paolo Portoghesi si impone alla sensibilità e alla cultura del nostro tempo celebrando la dimensione magica dell’erede, del progettista, del costruttore e del principe della nuova Bellezza, in cui l’essenza  titanica dell’operosità corrisponde alla fermezza, all’eleganza e al garbo con cui ha disegnato e modellato il suo Pensiero, fondato sull'”Arte della Meraviglia”.

L'”incastellamento” dei riferimenti, delle  elaborazioni,  delle  mutazioni e della vena problematicistica della sua permanente Ricerca, si misura dunque con l’analisi e la lettura critica e comparativa della Storia universale delle Forme, configurando una Città Ideale cosmopolita, in cui mille Culture e mille Saperi costituiscono la festosa inflorescenza che da sempre incorona il primato etico ed estetico dell’Uomo. Tale aspetto sostiene il suo dichiarato Eclettismo sovrastorico, in cui sono coinvolte le presenze formali e decorative del tempo trascorso nelle Chimere visionarie del mondo futuro.

Moschea e Centro Islamico di Roma

Il flusso corrente di ogni possibile Cronologia viene così scandito permanentemente nella sua progettualità, in cui ogni Segno insegue il Simbolo e l’aspetto semiotico che scandisce l’arcaica Lingua Sapienziale, a cui si collega il tratto visionario e profetico della sua Composizione Architettonica: ogni emblema è in tal caso riferibile alla radice occulta dei significati profondi, che hanno vergato le caratteristiche di ogni Civiltà corrente e trascorsa. Abita qui allora l’Aura demiurgica dell’Architetto che in guisa di direttore di una grande orchestra armonizza le linee, i toni, i colori, i volumi, i chiaroscuri e gli spazi della sterminata galassia di ogni possibile analogia etica ed estetica, riscontrabile negli esiti di infinite e strepitose Scuole di Pensiero che compongono le splendide diversità e le mirabili unicità delle nostre presenze. La Tensione del Maestro si rinviene dunque nell’asseveramento dell’Armonia, intesa come Sintesi del  valore universale dell’Umano e del Sacro. 

Paolo Portoghesi assegna a tale svolgimento il destino della Parusia platonica, ossia della presenza di un’Anima in ogni aspetto e in ogni misura della Materia, del suo linguaggio, della sua estensione, del suo dominio e del suo Spazio. La lezione che sempre ci fornisce questo aspetto mutevole e vitale della Forma costituisce in tal modo il Codice, segreto e criptico, dei linguaggi della sua Scienza e della sua Arte dell’Esistere e del Costruire, che forma la linfa essenziale e l’ “Ecceità” oggettiva del suo essere umano e oltreumano. 

L’Architettura degli Archetipi e dei valori primi ed ultimi dei  Codici Ermetici rappresenta quindi per Portoghesi il viatico, lo strumento e il filtro magico che dispone possibilmente ogni uomo sulle frontiere dell’Assoluto e dell’Infinito, che superano il mondo conseguenziale delle cose della Ragione Pura per privilegiare il richiamo dell’Irrazionale e anche dell’Assurdo. Di qui la soluzione Alchemica degli agibili Teoremi pitagorici della Bellezza, che assegnano alla pura Fenomenologia della Scienza Chimica la Quintessenza spirituale e nascosta di una Linfa e di un’Anima che muovono il flusso ineffabile e imprevedibile dei Corpi e delle loro possibili aggregazioni.

mostra antologica Basilica Palladiana-Vicenza
chiesa di Santaaria Assunta daletno

Nello stesso modo il nostro Maestro fonde e compone di fatto, sul supporto di nuovre Essenze, le più diffuse credenze religiose che in tal caso si esprimono teosoficamente o attraverso la sintesi eclettica e simultanea di una “Prisca Theologia”, che al di sopra delle fedi correnti si manifesta nel puro riconoscimento globale del carattere sacro dell’Essere e del suo Spazio vitale.
Ogni linea, ogni forma, ogni cromia ed ogni Materia del suo linguaggio si paragona costantemente con i molteplici aspetti di uno “Stile degli Stil”, in cui convergono le diverse, affini od opposte suggestioni dell’Anima, che di fatto lo avvicinano all’ “Angelo della Storia” di Paul Klee o allo “Spirituale nell’Arte” di Wassily Kandinsky, seguendo gli aspetti apoliinei o dionisiaci propri della “Vita delle Forme”(Henri Focillon). I suoi riferimenti ai grandi eclettici che hanno altresì fondato i modelli antichi e nuovi della nostra Architettura Classica si concentrano in tal caso sul profilo e l’opera  traianea di Apollodoro di Damasco, mentre ogni svolgimento del linguaggio classico nei confronti del Mondo Moderno transita attraverso la gigantesca statura di Francesco Castelli, il Borromini. Non godremmo della rivalutazione e della nuova fortuna critica del Mondo Barocco se Paolo Portoghesi non avesse rilanciato nel mondo il primato scientifico, filosofico, grafico e strutturale di questo linguaggio, per molti decenni sottovaluto, deriso, dimenticato e offeso. A Portoghesi dobbiamo anche, nella sua sterminata  produzione libraria e saggistica, l’ “Album del Liberty”, in cui è riabilitata la chiave introduttiva alla storia e alle bellezze architettoniche, decorative e plastiche del  Modernismo. 

Le sue Riviste epocali, quali Controspazio, Eupalino, Abitare la Terra, ed altre ancora,  confermano, assieme al Dizionario di Architettura e Urbanistica, il dominio compositivo degli infiniti spunti logici ed emotivi che alimentano l’essenza della sua sua Figura.
L’insieme delle espressioni e delle scelte Estetiche perseguite rendono di Portoghesi il Demiurgo protagonista, proteiforme e mutevole, che nel Campo Fiorito delle Idee  persegue il Coordinamento e il perenne mutamento eracliteo della Scena Umana.
Tali aspetti riteniamo soprattutto di ricordare nell’inatteso frangente della sua scomparsa, di cui resta per noi il pensiero per le Cose Belle che sempre si dispongono nella nostra memoria e nella nostra consapevolezza come cifre segrete dell’ oggi e come indizi dei possibili vaticini del Tempo Futuro, che ci attende e che noi stessi, con Portoghesi, sognamo seguendo il grido e il Chèrigma della Bellezza prossimo-ventura.

Riccardo Cecchini
Professore-Accademico- Architetto,
fondatore nell’Accademia di Belle Arti di Verona dell’Istituto e della Scuola di Decorazione
È stato allievo di Portoghesi presso la Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma nel 1968, curatore  della sua mostra antologica presso la Basilica Palladiana di Vicenza 2006 ha tenuto diverse lezioni universitarie sulla figura di Portoghesi presso lo IUAV di Venezia e presso il Politecnico di Milano.